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Ecosistema digitale opere pubbliche e metodologia BIM: una sfida per i professionisti

Nel dinamico contesto delle opere pubbliche, la digitalizzazione rappresenta una sfida e un'opportunità senza precedenti per i professionisti del settore. Angelo Domenico Perrini e Sandro Catta, Presidente e Consigliere del CNI, esplorano come la metodologia BIM stia rivoluzionando le pratiche tradizionali, offrendo soluzioni innovative ma anche nuove sfide da affrontare.

BIM per le opere pubbliche: la cornice normativa

Una prima norma strutturata in Italia sull’introduzione della metodologia informativa nel settore delle opere pubbliche si ritrova nel Decreto Ministeriale n. 560 del 01/12/2017, meglio noto come “Decreto BIM” o “Decreto Baratono”.

La norma risultava perentoria e prescrittiva, prevedendo l’obbligo per le S.A. di adempiere ad alcuni atti prodromici alla conduzione di un appalto con tali strumenti. In particolare aver adottato ed attuato:

  • un piano di formazione del personale;
  • un piano di acquisizione o manutenzione di strumentazione hardware e software;
  • un atto organizzativo interno sui processi di controllo e gestione.

La norma stabiliva poi un cronoprogramma serrato sull’introduzione dell’obbligo di applicazione dello strumento nell’ambito delle opere pubbliche, con cogenza fin dal 2019 per gli appalti sopra i 100 milioni di euro di valore, dal 2023 sopra 1 milione di euro, per arrivare nel 2025 alla estensione a tutte le opere, senza limite inferiore di costo.

Nessuna opera a regime veniva pertanto esclusa dalla modellazione informativa. Dette caratteristiche rappresentavano di fatto l’elemento di principale innovazione del testo, che cercava di recuperare il ritardo rispetto, soprattutto, ai paesi anglosassoni, ma, al contempo, la principale criticità, in quanto doveva permeare una filiera non ancora pronta a recepirne i contenuti.

Alla luce di tali criticità il legislatore pubblicava il Decreto Ministeriale n. 312 del 02/08/2021, che introduceva modifiche al decreto BIM, col principale intento di allentare le richieste di preventiva strutturazione della S.A. e modificare il cronoprogramma.

Laddove difatti si prevedeva un obbligo di implementazione di un sistema di conoscenze, dotazioni e competenze, qui si chiedeva quantomeno di aver intrapreso tali azioni; se prima il 2025 era il termine per l’applicazione a tutte le opere pubbliche qui si introduceva, rispetto a tale data, la soglia minima di 1 milione di euro.

Il Decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, “Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici”, si inserisce nell’alveo della perentorietà dell’originario decreto BIM, introducendo ulteriori specifiche e richieste di requisiti alle S.A.. L’importanza che il Codice conferisce alla digitalizzazione del ciclo di vita delle opere pubbliche si percepisce anche dall’estesa sezione ad essa dedicata, che supera per numero di articoli quella dedicata, ad esempio, all’esecuzione dell’opera.

Si conferma la data del 01/01/2025 per l’obbligatorietà dell’adozione della metodologia BIM (Building Information Modeling) per le opere sopra il valore di 1 milione di euro (art. 43), sottraendo tuttavia efficacia al precedente cronoprogramma, annullando qualsiasi obbligo tra il 2023 ed il 2024, anche per opere di importi molto elevati.

Gli elementi di novità sono rappresentati dalla centralità delle piattaforme digitali, che consentono di gestire l’intero processo, a partire dalla Banca Dati Nazionale ed il Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico, in gestione ANAC, per giungere alle piattaforme di approvvigionamento digitale certificate, gestite dalle singole S.A., per terminare con gli ambienti di condivisione dati, di proprietà delle varie Amministrazioni, che contengono le singole modellazioni informative. Queste piattaforme devono dialogare biunivocamente, consentendo il reciproco flusso di dati e informazioni.

Se le piattaforme digitali, non rappresentano una grande novità; nuovo è certamente il sistema di relazioni che richiede la norma, che si stanno implementando col crescere del numero di piattaforme di approvvigionamento digitale certificate, ma non ancora integrate da ambienti di condivisione dati.

La mancanza di connessioni non rappresenta l’unica criticità rispetto alla data cruciale del 2025.

La principale difficoltà che incontreranno le Amministrazioni Pubbliche sarà ottemperare alle richieste di requisiti dell’allegato I.9, che tornano ad essere ineludibili, e che aggiungono la previsione di svariate figure specializzate all’interno degli organici; segnatamente:

  • almeno un gestore dell’ambiente di condivisione dei dati (ACDat manager) all’interno della S.A.;
  • almeno un gestore dei processi digitali supportati da modelli informativi (BIM manager) all’interno della S.A.;
  • un coordinatore dei flussi informativi (BIM coordinator) all’interno della struttura di supporto al responsabile unico del progetto per ogni intervento.

Simili competenze vengono richieste al team di progettisti (art. 41), ai direttori dei lavori, o quantomeno ad una figura all’interno dell’ufficio di direzione lavori (art. 114), al collaudatore (art. 116) ed alle imprese appaltatrici, che dovranno intervenire anch’esse sulla modellazione informativa.

A queste ultime si assegna l’onere di occuparsi dell’aggiornamento della modellazione informativa “dell’opera realizzata per la successiva gestione del ciclo di vita del cespite immobiliare o infrastrutturale”; compito estremamente complesso e oneroso, che allo stato attuale non prevede specifica remunerazione, evidentemente demandata alle spese generali.

Risulta evidente a tutti gli operatori del settore che la filiera sconti un ritardo importante nel rispetto di dette scadenze temporali, per la mancanza di sufficienti figure adeguatamente formate e certificate per il rispetto delle prescrizioni normative.

Se questo ritardo lascia ipotizzare una proroga alla data imposta, al contempo rappresenta una grande opportunità per i professionisti e le società che vorranno supportare la filiera, in particolare la Pubblica Amministrazione, proponendo consulenze e supporto per l’espletamento delle varie attività e l’assunzione degli incarichi citati.

 

Sicurezza e affidabilità dei dati

Accanto ai benefici e dubbi derivanti da questa trasformazione digitale emergono anche nuove sfide e pericoli per la sicurezza (si veda la UNI EN ISO 19650-5:202). Uno dei principali rischi è rappresentato dalla vulnerabilità dei dati; con il crescente utilizzo di tecnologie digitali e la raccolta di grandi quantità di dati sensibili, vi è un rischio concreto di violazioni della sicurezza informatica.

L’integrazione di diverse tecnologie e sistemi all’interno del processo BIM, può aumentare la complessità e la potenziale esposizione a vulnerabilità. L’interconnessione di dispositivi IoT (Internet of Things), sensori e software può creare punti deboli nella sicurezza del sistema, che potrebbero essere sfruttati da hackers per compromettere i sistemi di monitoraggio e controllo delle strutture e delle infrastrutture.

La principale preoccupazione inerente la sicurezza dei dati riguarda difatti la vulnerabilità degli edifici e delle infrastrutture stesse. Se vengono compromessi i dati ed i sistemi di controllo, gestione e monitoraggio delle opere, potrebbe verificarsi un impatto diretto sulla sicurezza strutturale e operativa degli stessi. Un attacco informatico mirato potrebbe arrivare a compromettere i sistemi di automazione, mettendo a rischio la sicurezza degli occupanti e la funzionalità dell’infrastruttura.

Per mitigare questi rischi e proteggere la sicurezza sarà fondamentale investire nella sicurezza informatica, implementando avanzate misure di protezione per tutelare i dati sensibili e garantire l’integrità dei sistemi digitali utilizzati nel processo di costruzione e gestione delle opere pubbliche.

Di fondamentale importanza è poi l’affidabilità del dato, per garantire la correttezza e l’efficacia di ogni fase del ciclo di vita, precipuamente in termini di accuratezza delle informazioni utilizzate per creare i digital twin. Dati inaffidabili possono difatti portare a errori di progettazione che si ripercuotono sulle fasi successive del progetto, causando
ritardi, costi aggiuntivi e potenziali rischi per la sicurezza. L’affidabilità del dato è cruciale inoltre durante la fase di costruzione, per il verificarsi di problemi di compatibilità e interferenze, che possono cagionare ritardi e costi aggiuntivi.

Infine, durante la fase di gestione e manutenzione dell’edificio, l’affidabilità del dato è essenziale per supportare le operazioni quotidiane e ottimizzare le prestazioni a lungo termine. I modelli BIM possono essere integrati con sistemi di gestione delle facility (F.M.) per monitorare e gestire in modo efficiente gli impianti, pianificare la manutenzione preventiva e ottimizzare l’utilizzo delle risorse.

Per garantire l’affidabilità è necessario adottare approcci e pratiche che promuovano la qualità e l’integrità delle informazioni. Ciò include la standardizzazione dei processi di raccolta e gestione dei dati, l’implementazione di controlli di qualità durante la creazione e l’aggiornamento dei modelli informativi, nonché l’adozione di tecnologie avanzate per la convalida e la verifica dei dati.

È fondamentale, inoltre, promuovere una cultura di collaborazione e condivisione dei dati all’interno del team di progetto e tra gli stakeholder coinvolti nel ciclo di vita dell’opera. La trasparenza e la comunicazione aperta sono essenziali per garantire che tutti abbiano accesso alle stesse informazioni aggiornate e che le decisioni possano essere
prese in modo consapevole e informato.

 

Le n dimensioni del BIM

Il BIM è molto più di un semplice strumento di progettazione o di modellazione. Si tratta di un approccio olistico alla gestione delle informazioni che coinvolge sette dimensioni chiave, ciascuna delle quali porta un valore distintivo nel ciclo di vita di un’opera o di un progetto.

Accanto alle prime due dimensioni caratteristiche dei sistemi tradizionali di progettazione, ovvero l’organizzazione del modello BIM (1D) e la modellazione geometrica bidimensionale (2D) si hanno le ulteriori cinque dimensioni definite nella UNI 11337-7-2018, vale però la pena definire anche le ulteriori tre che si stanno affermando, esaminandole in dettaglio.

  • Dimensione geometrica (3D): questa è la dimensione più evidente, dove i modelli tridimensionali rappresentano le forme e le geometrie degli elementi costruttivi. Va oltre la semplice visualizzazione, incorporando informazioni precise sugli attributi geometrici degli elementi, come dimensioni, posizioni e orientamenti. La dimensione geometrica consente una migliore comprensione spaziale e una visualizzazione accurata dell’opera, facilitando la progettazione, la comunicazione e la collaborazione tra i membri del team.
  • Dimensione temporale (4D): il modello include anche una rappresentazione temporale dell’opera, consentendo di pianificare, programmare e gestire le attività di costruzione nel corso del tempo. Questa dimensione coinvolge la creazione di modelli 4D che integrano informazioni temporali nei modelli geometrici, consentendo di visualizzare lasequenza temporale delle attività di costruzione e di analizzare l’interferenza tra le varie fasi del progetto. La dimensione temporale aiuta a ottimizzare la pianificazione delle risorse, a ridurre i tempi di costruzione e a prevenire conflitti e ritardi.
  • Dimensione economica (5D): Il BIM include anche informazioni sui costi associati all’opera, consentendo una migliore gestione finanziaria del progetto. Questa dimensione comprende dati sui costi dei materiali, della manodopera, delle attrezzature e delle risorse necessarie per la realizzazione dell’opera. Integrando dati economici nei modelli, facilita la valutazione dei costi totali del progetto, la creazione di preventivi e la gestione del budget. Ciò permette di prendere decisioni informate e di ottimizzare l’allocazione delle risorse finanziarie durante tutto il ciclo di vita dell’opera.
  • Dimensione ambientale e sociale (6D): il modello può essere utilizzato anche per valutare e gestire l’impatto ambientale dell’opera. Questa dimensione include informazioni sulle prestazioni ambientali degli elementi costruttivi, come l’efficienza energetica, l’impatto ambientale e l’uso sostenibile delle risorse. Integrando dati ambientali nei modelli, consente una progettazione più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, facilitando la valutazione degli impatti ambientali e l’implementazione di strategie di mitigazione. Ciò permette di progettare edifici e infrastrutture che riducono l’impatto ambientale e promuovono la sostenibilità.
  • Dimensione di gestione e facility management (7D): è cruciale per garantire un efficace utilizzo e manutenzione delle opere nel tempo. Consiste nell’integrare informazioni dettagliate sui componenti dell’edificio e delle infrastrutture, facilitando la gestione delle attività operative e della manutenzione. Questo include la creazione di modelli ricchi di dati relativi alla manutenzione programmata, alle riparazioni necessarie, ai controlli di sicurezza e alle ispezioni regolari. Questi dati permettono al facility manager di pianificare e coordinare le attività di manutenzione in modo efficiente, riducendo i costi e prolungando la durata utile dell’opera. Inoltre, il modello facilita l’accesso rapido alle informazioni critiche sugli impianti, consentendo una risposta più tempestiva a emergenze e problemi imprevisti, ottimizzando l’efficienza operativa e la sostenibilità delle opere nel lungo termine.
  • Dimensione sicurezza (8D): integrando informazioni sulla sicurezza nei modelli, è possibile identificare e mitigare i rischi fin dalle fasi iniziali del progetto. Questo coinvolge la valutazione dei potenziali pericoli sul sito, come ostacoli, condizioni del terreno e rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. È possibile simulare scenari di costruzione virtuali per identificare e correggere eventuali problemi di sicurezza prima che si verifichino sul campo. È possibile utilizzare i modelli per pianificare le rotte di accesso, posizionare attrezzature di sicurezza e definire procedure operative sicure. Questo approccio proattivo alla sicurezza durante la progettazione e la realizzazione dell’opera non solo riduce il rischio di incidenti sul luogo di lavoro, ma contribuisce anche a migliorare l’efficienza e la qualità complessiva del progetto.
  • Dimensione snellezza costruzione (9D): è possibile implementare strategie di costruzione snella come il just-in-time delivery dei materiali, la standardizzazione degli elementi e l’uso di tecnologie avanzate per migliorare la produttività sul cantiere. Il BIM facilita la pianificazione dettagliata delle attività e la gestione delle risorse, consentendo una maggiore flessibilità e adattabilità nel corso del progetto. Inoltre, favorisce la collaborazione tra i vari attori del progetto, permettendo una migliore coordinazione e comunicazione durante l’esecuzione dei lavori.
  • Dimensione industrializzazione delle costruzioni (10D): un approccio che mira a standardizzare i processi e adottare tecnologie innovative per aumentare l’efficienza e la produttività nel settore edilizio. È possibile integrare i principi dell’industrializzazione attraverso la prefabbricazione, la modularizzazione e l’automazione dei processi costruttivi.

Questo consente di ridurre i tempi di costruzione, i costi e i rischi associati alla realizzazione delle opere. Inoltre, il BIM facilita la progettazione e l’ottimizzazione dei componenti prefabbricati, consentendo una migliore qualità e coerenza nel prodotto finale.

In sintesi, il BIM abbraccia un’ampia gamma di dimensioni che vanno oltre la semplice rappresentazione geometrica dell’opera, includendo informazioni temporali, funzionali, economiche, ambientali, sociali e legali. Queste dimensioni interconnesse offrono un quadro completo e integrato che consente una progettazione, una costruzione e una gestione più efficienti, sostenibili e conformi alle normative.

 

L'articolo è estratto dal 7° Report OICE sulla Digitalizzazione e sulle Gare BIM 2023 pubblicato a marzo 2024.

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