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Fessurazione dei massetti ed utilizzo di armatura

Le fessure possono essere definite giunti naturali che il massetto crea nei punti in cui i carichi di trazione a cui è sottoposto superano la propria resistenza a trazione.

È buona norma ridurre al minimo il numero di fessure di un massetto di supporto e in particolare la loro ampiezza: una limitata presenza di fessure non pregiudica la qualità di un massetto se queste sono di ampiezza contenuta e, nel caso, se si interviene sigillandole con resine epossidiche o similari.

Le fessure, infatti, possono essere definite giunti naturali che il massetto crea nei punti in cui i carichi di trazione a cui è sottoposto superano la propria resistenza a trazione. Ciò accade più frequentemente nelle zone in cui gli spostamenti del massetto dovuti al ritiro termico ed igrometrico sono impediti dagli elementi che ne delimitano i confini (soglie, pilastri, spigoli, variazione di spessore del sottofondo, geometria complessa). La formazione di fessure può essere inoltre imputata a carichi elevati, alla deformazione del sottofondo o dalla permanenza del massetto a contatto con l’ambiente prima della posa dello strato di finitura o ad una stagionatura non adeguata.

Le fessure, come i giunti, possono modificare la propria ampiezza in funzione degli spostamenti che subisce il massetto.

In presenza di fessure, dunque, per evitare che questo movimento possa coinvolgere il rivestimento finale del pavimento, è necessario - previa adeguata valutazione - intervenire sigillandole rigidamente. Andranno quindi pulite e riparate con apposite resine penetranti epossidiche o similari. La sigillatura deve essere effettuata dopo che il massetto è stato stagionato ed ha subìto l’eventuale ciclo di preaccensione, poco prima dell’applicazione della pavimentazione.

Le pavimentazioni in legno sono quelle che temono meno le fessure a causa dell’elevata resistenza a trazione, mentre le altre il rischio che la fessura affiori in superficie è elevato: fessurando la pavimentazione (ceramica, lapidea, resinosa) o affiorando visivamente sul rivestimento (resiliente, laminato).

Il fenomeno per cui alcune fessure possono creare problemi alla pavimentazione è il seguente. Appena formata, la frattura non è neanche visibile: le due facce che compongono la frattura sono combacianti. Il massetto in queste condizioni continua a lavorare normalmente soprattutto nei confronti degli sforzi di taglio. Col tempo, però, a causa di ritiri, movimenti e deformazioni dovute ai carichi, le due facce si allontanano facendo aumentare la larghezza della fessura. Ecco che le creste e le valli delle facce, non più combacianti, vengono distrutte dal movimento differenziale dato dagli sforzi di taglio: tali movimenti si amplificano fino a portare gli effetti alla pavimentazione precedentemente descritti. 

Fessurazione dei massetti ed utilizzo di armatura

Per questo motivo viene utilizzata un’armatura di pelle sotto forma di rete o fibre: queste impediscono alle due facce della fessura di allontanarsi mantenendo il materiale ingranato.

Per armatura, quindi, s’intende una rete elettrosaldata zincata filo di diametro nominale 1,8-2,0 mm e maglia da 50x50 a 60x60 mm. Per favorire la distribuzione dei carichi ed evitare fenomeni di punzonamento, deve essere posizionata in prossimità della metà dello spessore del massetto, sormontando le estremità dei fogli di almeno 5 cm e legandole tra loro. Nei massetti radianti è possibile appoggiarla sui tubi dell’impianto. Per spessori del massetto minori o uguali a 6 cm è possibile appoggiare la rete direttamente sul sottofondo, se dotata di impronte maggiori o uguali a 8 mm. Per spessori del massetto superiori a 7 cm è raccomandabile aumentare lo spessore del filo. La rete può essere sostituita con un massetto opportunamente fibrato o con un’armatura di altro materiale di resistenza equivalente.

La presenza di armatura è tanto più necessaria quanto maggiori sono le sollecitazioni a cui è sottoposto il pavimento, quanto più cedevole è lo strato su cui appoggia il massetto e quanto più bassa è la capacità della pavimentazione di ripartire i carichi concentrati (ceramica, legno, pietra buoni ripartitori, resina, laminati e tessili cattivi ripartitori).

Per ulteriori approfondimenti si rimanda all’Allegato A della Rev. 5 del Codice di Buona Pratica Massetti edito da Conpaviper.


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Massimo Bocciolini, coordinatore della Rev. 5 del Codice di Buona Pratica sui Massetti CONPAVIPER, ha predisposto una serie di "pillole" con l'obiettivo di rendere disponibile in forma semplificata le informazioni essenziali sui massetti di supporto. Ecco l'elenco delle pillole pubblicate:

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