Interventi sulle volte per il restauro conservativo di un porticato di fine Ottocento
Il restauro conservativo di alcuni Padiglioni ottocenteschi ha rappresentato un’importante occasione per affrontare il tema del consolidamento strutturale delle volte, coniugando l’esigenza di garantire la sicurezza dell’edificio con il rispetto delle sue caratteristiche storiche e costruttive. Le strategie di intervento adottate mirano al miglioramento delle prestazioni statiche delle strutture voltate, in un’ottica di compatibilità e reversibilità, in linea con i principi del restauro.
Il progetto di intervento di restauro conservativo in oggetto muove dalla volontà della proprietà di procedere con l’attuazione di diversi interventi al fine di ottenere una struttura completamente ristrutturata e funzionale.
Inquadramento storico e architettonico: l'intero complesso è sottoposto a vincolo monumentale
Il complesso dell’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto, situato nel levante genovese, costituisce una delle più rilevanti testimonianze di architettura sanitaria specialistica della fine dell’Ottocento in Liguria. La progettazione del nucleo originario ebbe inizio nel 1865, a seguito del trasferimento alle Province delle competenze in materia di assistenza psichiatrica. Tuttavia, la realizzazione del cosiddetto "Vecchio Ospedale" prese avvio solo nel 1898.
L’impianto planimetrico dell’istituto si sviluppa secondo una griglia ortogonale di ispirazione neoclassica, articolata in nove settori simmetrici, con assi viari ortogonali riconducibili al modello del castrum romano. Attualmente, parte del complesso è ancora di proprietà dell’ASL3 Genovese, mentre altre porzioni sono state oggetto di alienazione.
Fin dai primi anni di attività, l’istituto si dimostrò sottodimensionato rispetto alla crescente domanda assistenziale. Dopo una prima ipotesi di ampliamento, si optò per la costruzione del nuovo manicomio provinciale di Cogoleto. Solo nel 1934 il complesso di Quarto fu oggetto di una significativa espansione con la costruzione del “Nuovo Ospedale”, un corpo edilizio monumentale articolato in padiglioni disposti ad esedra, oggi di proprietà privata.
La porzione centrale del complesso storico è dominata dal Padiglione 22, di valore monumentale, mentre i padiglioni laterali, sviluppati su due livelli fuori terra, si dispongono attorno a tre corti porticate secondo una maglia rettangolare. Le strutture sono in muratura portante, con coperture a falde, manto in laterizio e finiture in malta di calce.
L’attività ospedaliera proseguì fino al secondo dopoguerra secondo i modelli assistenziali del tempo, sempre più connotati da logiche di contenimento e isolamento. Oggi il complesso ospita ancora alcune funzioni sanitarie — tra cui ambulatori e uffici dell’ASL — oltre a importanti presenze culturali come il Museo delle Forme Inconsapevoli e il Laboratorio di Architettura, mantenendo un ruolo attivo nella memoria collettiva e nella rifunzionalizzazione degli spazi della cura.
L’intero complesso è sottoposto a vincolo monumentale in quanto bene di rilevante interesse storico-architettonico, rappresentativo sia per le scelte tipologiche e distributive adottate, sia per il valore documentale rispetto alla storia urbana e sociale della città di Genova.

Obiettivi dell’intervento
Gli interventi di restauro hanno interessato in particolare alcuni padiglioni del complesso, con opere di consolidamento e riqualificazione localizzate sulle facciate, sui porticati interni e sulle pavimentazioni. Il progetto ha inoltre previsto la revisione del sistema di smaltimento delle acque meteoriche e una razionalizzazione degli impianti tecnici a vista.
L’obiettivo generale degli interventi conservativi è stato quello di assicurare la massima permanenza della consistenza fisica, materica e formale degli edifici, rispettandone i caratteri originari e le trasformazioni stratificate nel tempo. In quest’ottica, le scelte progettuali hanno privilegiato l’uso di materiali e tecniche compatibili con quelli storicamente presenti, nel rispetto dei principi di compatibilità chimico-fisica, reversibilità e minima invasività.
Il progetto esecutivo originario prevedeva un intervento strutturale localizzato sulle sole volte lesionate, mediante fasce in fibra di carbonio applicate sull’intradosso, secondo un sistema stratificato che prevedeva fino a tre passaggi consecutivi, previa preparazione delle superfici.
Tuttavia, in fase esecutiva, a seguito di diversi sopralluoghi congiunti tra la Direzione Lavori – affidata allo scrivente – l’impresa appaltatrice e il progettista strutturale (ing. Ruggeri), è stato possibile accertare un peggioramento significativo del quadro fessurativo rispetto alle condizioni documentate in fase progettuale, soprattutto nelle volte prospicienti il giardino del Padiglione 23. Su richiesta dello scrivente, è stato predisposto un ponteggio mobile per consentire un’ispezione diretta della sommità delle volte e verificare de visu l’evoluzione dei dissesti.
I rilievi visivi e le indagini condotte hanno confermato un peggioramento del quadro fessurativo rispetto alle condizioni documentate in fase progettuale: le lesioni si presentano estese, diffuse e prevalentemente localizzate nelle volte prospicienti il giardino, associate a fessurazioni longitudinali nella pavimentazione, indicativi di un cedimento localizzato del terreno di fondazione.
In conseguenza a tali rilievi, l’intervento strutturale originariamente previsto non risultava più adeguato a garantire la sicurezza e la stabilità delle volte, su formale richiesta del RUP, si è proceduto alla redazione di una variante strutturale in corso d’opera, finalizzata a integrare e adeguare il progetto strutturale alle nuove necessità.
A causa di sopraggiunti impegni del progettista inizialmente incaricato, lo scrivente ha assunto la responsabilità del nuovo progetto strutturale, avvalendosi del supporto dello studio INGenova srl, appositamente incaricato per l’elaborazione della variante. Lo studio ha sviluppato soluzioni più articolate e rispondenti alle reali condizioni rilevate, coerenti con i principi del restauro strutturale.
I tecnici di INGenova hanno inoltre garantito un costante supporto operativo durante l’esecuzione, partecipando attivamente a incontri e verifiche in cantiere, assicurando la corretta applicazione del progetto.
Questa collaborazione ha permesso di rafforzare il controllo tecnico in fase realizzativa, garantendo l’aderenza tra quanto progettato e quanto effettivamente eseguito, e mantenendo la coerenza con i criteri fondamentali di compatibilità materica, reversibilità e minimo impatto propri della disciplina del restauro.


Interventi sulle volte: consolidamento e miglioramento strutturale
Il sistema voltato oggetto dell’intervento presentava un avanzato stato di degrado, caratterizzato da diffuse lesioni strutturali tali da rendere necessario, già in fase preliminare, l’allestimento di un ponteggio di sicurezza a protezione del passaggio pedonale, integrato da puntellamenti locali per la messa in sicurezza temporanea delle volte. Al fine di comprendere in maniera più approfondita le cause del dissesto, sono stati eseguiti sondaggi esplorativi sulla terrazza sovrastante, nella pavimentazione del porticato e in corrispondenza del piede dei pilastri.
Gli interventi progettati per il risanamento e il miglioramento strutturale sono stati sviluppati in piena aderenza ai principi del restauro conservativo, con l’obiettivo di tutelare l’edificio storico e preservarne le caratteristiche originarie. Il progetto strutturale di variante, predisposto dallo studio INGenova srl con il coordinamento del Direttore dei Lavori, è stato elaborato per rispondere puntualmente alle nuove criticità emerse in corso d’opera, e ha introdotto un intervento strutturale più articolato, articolato su tre principali linee di azione:
- Rinforzo delle volte mediante placcaggio intradossale con rete diffusa in fibra naturale di basalto e acciaio inox, annegata in geomalta strutturale, in sostituzione del sistema precedentemente previsto in fibra di carbonio;
- Inserimento di catene strutturali di collegamento tra i pilastri esterni e la muratura interna;
- Consolidamento del terreno di fondazione attraverso iniezioni di resina espandente a espansione controllata.
La definizione di tali interventi è avvenuta nel rispetto dei criteri fondamentali della disciplina del restauro strutturale: reversibilità, minima invasività, proporzionalità dell’intervento e compatibilità dei materiali.

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