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L'adattamento climatico di Copenaghen: i progetti di resilienza urbana della città

Copenaghen ha attuato nel tempo diversi interventi adattivi ai cambiamenti climatici e pianificazioni con indicazioni operative per come costruire nuovi edifici, superfici permeabili, micro-parchi di quartiere e tetti e pareti verdi per la laminazione delle acque di pioggia. In questo contesto vediamo quali sono stati i progetti realizzati.

Copenaghen: ripensare la città resiliente ai cambiamenti climatici

Da quel 2 luglio di tredici anni fa (2011) , giorno in cui su Copenaghen si abbatté, allagandola, un violento nubifragio che provocò danni per oltre un miliardo e 400 mila euro di danni e mise in ginocchio una delle città più efficienti al mondo, molte cose nella capitale danese sono cambiate. Quello del 2011 rappresentò infatti un evento tragico che, a differenza di quanto accade alle nostre latitudini, non fu ignorato. Anzi rappresentò un punto di svolta nelle politiche climatico-ambientali della città scandinava, superato il quale l’acqua da elemento problematico divenne un’opportunità per ripensare la città e il suo rapporto con gli effetti sempre più rovinosi del climate change. Diventare insomma una città resiliente, capace cioè di adattarsi e di reagire anche nei confronti degli eventi estremi.

Nella Venezia del Nord il climate change è un’opportunità per migliorare la città, dove si punta al verde della vegetazione, al blu dell’acqua e non più al grigio del cemento. Nello stesso tempo, cresce la qualità urbana. Ecco alcuni casi di resilienza che hanno fatto scuola.

 

Gli strumenti dell’adattamento

Per inquadrare l’importanza del tema della resilienza urbana all’interno della città di Copenaghen, come strumenti di programmazione sono da citare il Copenaghen Climate Adaptation Plan del 2011 e il Cloudburst Management Plan dell’anno dopo.

Quest’ultimo strumento costituisce la prima risposta all’alluvione del 2011: il piano parte dal presupposto che non sia possibile proteggere appieno la città dagli eventi disastrosi, ma che sia invece importante stabilire una strategia per guidare il contrasto all’intensificazione del fenomeno e ridurre la vulnerabilità e l’esposizione della città.

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Il piano stabilisce la priorità alla prevenzione del rischio mediante l’adattamento rispetto alle pur necessarie misure di mitigazione climatica. Un approccio, quello deciso dalle autorità danesi, che ha portato ad adottare soluzioni differenziate, come la raccolta e la gestione delle acque piovane all’interno della rete infrastrutturale che abbiano anche risvolti sociali, economici e di sviluppo. Tra gli interventi prioritari figurano la riprogettazione e la riorganizzazione del sistema di raccolta delle acque, le piantumazioni, la realizzazione di pavimentazioni stradali permeabili. L’obiettivo generale è far defluire le acque e rendere maggiormente permeabile lo spazio urbano.

Il Copenaghen Climate Adaptation Plan introduce il tema dell’adattamento al cambiamento climatico nella pianificazione e negli strumenti di governo locale, come i piani municipali e quelli di settore. Si tratta di uno strumento che non guarda solo al fenomeno delle piogge intense, ma anche all’innalzamento del livello delle acque del mare, all’aumento delle temperature e alle isole di calore urbano.

Il piano offre puntuali indicazioni operative, quali la costruzione di nuovi edifici a una quota superiore a quella del livello del mare, l’aumento della capacità dei sistemi fognari, l’adozione di sistemi di allarme in caso di pioggia, di realizzazione di scantinati impermeabilizzati, di immagazzinamento della pioggia per minimizzare il danno e l’equipaggiamento degli scantinati con pompe idrauliche.

Il piano prevede anche interventi più tradizionali di mitigazione, come la creazione di aree verdi su superfici impermeabilizzate, micro-parchi di quartiere e tetti e pareti verdi per la laminazione delle acque di pioggia.

 

 

Tåsinge-Plads, la prima piazza resiliente al mondo

É in questo contesto che nel 2013 prende il via la progettazione della prima area urbana resiliente al mondo, quella di piazza Tåsinge-Plads (subito ribattezzata Water Park) nel quartiere di Sankt Kjelds, un’antica zona operaia vicina al porto. Il masterplan è dello studio di architettura Tredje Natur, degli architetti Flemming Rafn Thomsen e Ole Schrøder, mentre il progetto esecutivo del 2015 è stato affidato a SLA Architects, studio di fama internazionale con sedi a Copenaghen, Aarhus e Oslo, che ha dato vita a uno dei più importanti progetti di adattamento climatico e di contrasto agli eventi estremi su un’area di circa 35mila metri quadrati.

 

Tåsinge-Plads nel quartiere di Sankt Kjelds dopo la riqualificazione. Il progetto esecutivo è di SLA Architects.
Tåsinge-Plads nel quartiere di Sankt Kjelds dopo la riqualificazione. Il progetto esecutivo è di SLA Architects (SLA Architects)

 

Con loro, oltre alla municipalità di Copenaghen e al gestore del servizio idrico Hofor, hanno lavorato una serie di società specializzate come Niras, Hofor, Viatrafik, Jens Rørbech e Ebbe Dalsgaard. Si è trattato di un intervento di adattamento climatico che ha contemporaneamente migliorato la biodiversità in città e la qualità della vita dei cittadini e ridotto l'inquinamento atmosferico e l'effetto delle isole di calore urbano.

Il progetto - che fa parte del Climate District - dimostra come una protezione efficace contro gli eventi meteorici estremi può andare di pari passo con lo sviluppo degli spazi urbani verdi, che riducono il traffico e rafforzano la biodiversità, mentre l’acqua piovana viene gestita in superficie e diventa così una risorsa che dà vita a piante e alberi, invece di finire in condotti fognari stracolmi. La trasformazione di Tåsinge-Plads, che in origine era una grande rotatoria pensata per il traffico veicolare, ha conferito alla piazza una forte identità, facendola diventare un luogo urbano riconosciuto, all'avanguardia nell'adattamento climatico e basato su soluzioni naturali.

L’intervento ha dimostrato come i biotopi tipici di Copenaghen possono essere utilizzati in modo razionale ed estetico. Il risultato è un nuovo spazio urbano, che offre ai residenti l’idea di una natura a portata di mano grazie ai 586 nuovi alberi di specie autoctona messi a dimora.

I nuovi spazi verdi proteggono l'area dalle inondazioni, contenendo e ritardando l’afflusso dell'acqua piovana, mentre le nuove piante formano una rete di giardini che consentono di gestire anche gli eventi di pioggia estrema, disperdendo le acque in loco o, in apposite condotte, verso l’antico porto.

 

Il parco Hans Tavsens si trasforma in bacino naturale

Sempre frutto dell’iniziativa della municipalità locale è il progetto Soul of Nørrebro, risultato vincitore nel 2013 del Nordic Built Cities Challange Award, una competizione internazionale che riunisce, su progetti di sostenibilità, i sei paesi scandinavi (Danimarca, FarØer, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia). Per la Danimarca il premio è andato alla proposta progettuale dello studio SLA.

 

Il parco Hans Tavsens e il viale Korsgade nel quartiere Nørrebro di Copenhagen sono oggetto di un intervento di trasformazione e di adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano.
Il parco Hans Tavsens e il viale Korsgade nel quartiere Nørrebro di Copenhagen sono oggetto di un intervento di trasformazione e di adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano. (render, SLA Architects)

 

A distanza di oltre di tre anni dal premio, il team di architetti e paesaggisti danesi, norvegesi e tedeschi guidati dallo studio di Stig L. Andersson ha iniziato a lavorare al progetto esecutivo, che si misura con il tema dei nubifragi in ambito urbano e ha riguardato, in particolare, la riqualificazione del parco Hans Tavsens e del viale Korsgade nel quartiere Nørrebro di Copenaghen.

 

Il parco di Hans Tavsens in condizione ambientali normali Copenaghen
Il parco di Hans Tavsens in condizione ambientali normali. (render, SLA Architects)

 

Il progetto prevede la realizzazione di un grande bacino naturale di 85mila metri quadrati capace di intercettare e far defluire le acque piovane in eccesso per un totale di 18mila metri cubi, che vengono poi inviate al vicino corso d’acqua di Peblinge Sø e depurate attraverso sistemi di fitodepurazione. Le soluzioni contenute definiscono un nuovo approccio al tema della presenza dell’acqua in ambito urbano per quanto riguarda gli aspetti idraulici, biologici e sociali dell’intero quartiere: l’acqua è considerata una risorsa e un’occasione di creazione di nuovi spazi urbani attrattivi, che hanno come scopo la diversità biologica, lo scambio culturale e la socialità di quartiere.

 

Il parco Tavsens in occasione di eventi meteorici estremi.
Come si presenta il parco in occasione di eventi meteorici estremi. (render, SLA Architects))

 


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Nel pdf si tratta di:

  • Tre scenari di pioggia
  • La piastrella climatica
  • A Copenaghen si sta assistendo a una sorta di rovesciamento del problema: il cambiamento climatico è un’opportunità per migliorare la città, puntando al verde (della vegetazione) e al blu (dell’acqua) e non più al grigio (del cemento).

Immagini

Tredje Natur

Si tratta di una sperimentazione che interessa solo alcune vie di Nørrebro: un intervento pilota, che contribuisce all’adattamento climatico delle vie cittadine e che aggiunge qualità urbana con interventi sulle alberature e sull’estetica della strada (disegno, Tredje Natur)

disegno, Tradje Natur

Lo schema di funzionamento del sistema ideato dagli architetti di Tradje Natur.

Tredje Natur

La piastrella climatica ideato dagli architetti danesi di Tredje Natur.

Tredje Natur

Il comportamento della piastrella climatica in occasioni di forti piogge

Tredje Natur

The Climate Tile fa parte di un sistema per la gestione sostenibile delle risorse idriche in ambito urbano.

SLA Architects

Sezione di progetto dopo la sistemazione della piazza.

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