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Storia e identità di un Gruppo Scientifico Disciplinare al confronto con il mercato costruttivo e immobiliare

Il Gruppo Scientifico Disciplinare (GSD) per l'edilizia deve affrontare un mercato in evoluzione, adattandosi a sfide come intelligenza artificiale e calcolo quantistico, proponendo un ruolo centrato sulla razionalità digitale per la resilienza e la sostenibilità.

Edilizia: verso un futuro digitale? Il ruolo cruciale del Gruppo Scientifico Disciplinare (GSD)

Al mercato della costruzione e dell’immobiliare probabilmente poco importa delle vicende squisitamente accademiche, tanto più se esse non riguardano discipline immediatamente identificabili da esso come lo sono, ad esempio, l’ingegneria idraulica o l’ingegneria strutturale o, nell’ambito opposto, l’urbanistica o il restauro.

 

L'importanza delle riforme dei Gruppi Scientifico Disciplinari (GSD)

È, tuttavia, vero che la riforma dei cosiddetti Gruppi Scientifico Disciplinari (GSD) e la parziale ridefinizione dei Settori Scientifico-Disciplinari (SSD) qualche interesse possano presentarlo per gli operatori.

Ciò varrebbe specie per quei SSD, quali Architettura Tecnica, Produzione Edilizia (ora Produzione e Gestione dell’Ambiente Costruito), Tecnologia dell’Architettura, di non subitanea lettura e interpretazione per l’attore professionale o imprenditoriale.

La loro storia, infatti, narra un tentativo, ormai inveterato, di confrontare gli apparati mentali del settore con la cultura industriale.

Se, infatti, in termini più gestionali o più tecnologici, il leitmotiv che abbia sempre contraddistinto questi SSD sia stato l’ambizione di porre in integrazione, di mettere a sistema parti specifiche (non a caso, le loro origini risalgono agli Anni Cinquanta e Sessanta, in cui la cibernetica e la sistemica erano materie emergenti), questo approccio è sempre risultato controverso.

Alcuni studiosi, in realtà, si sono spinti a giudicare questi ripetuti tentativi come incursioni circoscritte, di scarso impatto radicale, su un contesto che abbia sistematicamente perseguito innovazioni incrementali entro una politica di parcellizzazione dei soggetti.

Al contempo, però, più che le discipline in se medesime, i loro rappresentanti più illustri sono stati protagonisti, ad esempio, della saga dell’industrializzazione edilizia o dell’epopea delle partecipazioni statali o, ancora, di tentativi illuminati di progettazione architettonica (come per l’epopea olivettiana, oggi ritornata di grande attualità).

La rilettura filologica sul versante della storiografia di quelle vicende è urgente nel GSD, alla stessa stregua, nel SSD del Design, ad esempio, della storia della moda. Curiosamente, ahimé, le fonti archivistiche sembrano sovente essere andate perdute e la storia orale sta divenendo proibitiva, a causa della scomparsa dei protagonisti.

Naturalmente, questi percorsi si intrecciano strettamente con quelli del cosiddetto disegno industriale, oggi denominato Design, con un ulteriore allargamento di orizzonti tematici (si pensi al Fashion Design) e, soprattutto, epistemologici (dal materiale all’immateriale, dal visibile all’invisibile).

Di fatto, dall’Architettura Tecnica al Design oggi è possibile progettare (e condizionare) i comportamenti degli utenti attraverso i servizi consentiti dalle inedite soluzioni tecnologiche, e tre la legittimazione dell’assistenza socio-sanitaria o del risparmio energetico oppure della decarbonizzazione.

Che, poi, entro le mura o le torri dell’Accademia, ciascun SSD abbia adottato declinazioni differenti è elemento da considerare e da valorizzare, per quanto indicibile, purché in maniera non settaria, ma, certamente quel che può importare all’esterno delle Scuole di Architettura, di Design e di Ingegneria è il fatto che, per un mercato in rallentamento con alcuni grandi punti interrogativi costitutivi prospettici (lo afferma giustamente il CRESME), la grande incognita riguarda la capacità di formulare programmi di investimento partenariale per edilizia e infrastrutture: esattamente come ai tempi della genesi dei SSD in questione, benché in quel tempo nella versione pubblicistica e statalista.

D’altra parte, sarebbe sufficiente comparare, tra Anni Sessanta e Anni Settanta, le diverse parabole seguite dalla prefabbricazione e del prêt-à-porter per ragionare su "industrialesimo" e distretti.

L’interesse del mercato per questa vicenda oggi si deve, peraltro, articolare sui tre assi portanti delle strategie comunitarie: digitalizzazione, resilienza e sostenibilità.

Ecco che, dunque, in termini mutati, ritorna l’interrogativo sulla opportunità di riproporre corpi di stato (allora di impronta francese) e gestione di programmi e di portafogli (di sapore anglosassone): si guardi solo agli esiti indotti dalla nuova Direttiva sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici. Si badi bene: non solo è coinvolto l’interesse degli operatori della domanda e dell’offerta, ma anche delle istituzioni e degli attori finanziari.

La conseguenza logica di queste osservazioni fa sì che, probabilmente, non si tratti, per questo gruppo scientifico disciplinare di trovare udienza diretta presso le rappresentanze professionali e imprenditoriali sulla scorta dello stato di necessità (come per l’urbanistica o per le ingegnerie di cui di è detto), anche nei termini del presidio politico-istituzionale del mercato (un tema ottocentesco), bensì di porsi al livello dei processi decisionali che attengono agli attori politici e finanziari.

D’altra parte, a titolo esemplificativo, i saperi proposti dai SSD sono parte integrante di percorsi curricolari che rientrano pienamente nella gestione dei titoli di studi con valore legale e nel successivo accesso alle professioni, per così dire, riconosciute.

Al contempo, però, molte tematiche innovative da esso coltivate rientrano pienamente nell’alveo delle professioni non regolamentate e nel corrispondente ordinamento giuridico, risalente a un decennio or è.

Ovviamente, per il GSD e per i SSD inerenti non guasterà trattare, sotto certi profili e secondo determinate ottiche, soluzioni tecnologiche sui prodotti o sui progetti (con i limiti di trovare un ruolo significativo e non esornativo o descrittivo nella inter- e nella multi-disciplinarietà: dalla chimica e dalla fisica all’informazione e alla comunicazione), ma, sicuramente, la posta in gioco per il settore scientifico disciplinare non può risiedere, in primo luogo, in quei luoghi, contesi e contendibili.

Ciò che manca, quello in cui si può agire per colmare un vuoto (solo lì, infatti, si può ottenere una autentica riconoscibilità per necessità) è nell’area dell’intelligenza del sistema.

Si stanno, infatti, ora iniziando seriamente a giocare le partite trasversali sullintelligenza artificiale e sul calcolo quantistico, per le quali si tratta di costruire, di letteralmente costruire, infrastrutture immateriali di dominio, entro lo scenario dello Spazio Europeo dei Dati, così come di riconfigurare le catene del valore e della fornitura nel settore, ma, soprattutto, di riconciliare (?) culture professionali e imprenditoriali.

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Digitalizzazione e innovazione nel settore delle Costruzioni

Non vi è chi, dunque, non veda nel governo degli ecosistemi digitali costituendi il fulcro dei rapporti negoziali del futuro imminente. Se si considera che la prima priorità per il settore della costruzione e dell’immobiliare riguarda l’immagine e la reputazione (come anche il CRESME sottolinea), è urgente ora, appunto, ri-costruire l’identità del settore attraverso quei passaggi obbligati.

La qual cosa vale ancora di più se si tiene in conto di come al settore manchi una dottrina di economia politica e di economia aziendale (disertata, invero, anche da altri GSD), cruciale per la riconoscibilità da parte dei decisori politici e finanziari): un’area da coltivare, senza alcun dubbio, così come lo è, in stretta sinergia con la cultura giuridica, la validazione della praticabilità di molte soluzioni innovative.

Ecco che allora, darsi una storia, forse anche operativa, del resto pienamente coerente con i temi di stretta attualità, sarebbe fondamentale per attribuirsi una identità precisa, accolta esternamente.

Il punto è, pertanto, che, laddove il dato si appresta a congedarsi dal documento, in quel determinante cambio di paradigma, si gioca il destino di tutti i settori economici, al bivio tra comprensione umana e algoritmica. Ciò che il GSD, in generale, e il SSD relativo alla Produzione e alla Gestione dell’Ambiente Costruito, in particolare, possono contribuire a conferire al settore e al mercato è una razionalità digitale che abiliti le strategie inerenti alla resilienza e alla sostenibilità in termini non retorici.

Per ottenere un simile risultato non basterà, tuttavia, recitare le stanche tesi del coordinamento e dell’integrazione, sia perché nessuna disciplina «forte» cederebbe il passo a una disciplina «debole» (anche se fosse intesa nella ormai datata accezione vattimiana del termine) sia poiché il settore è identitariamente dis-integrato.

D’altronde, come poc’anzi menzionato, le interazioni con le discipline verticali attinenti al prodotto e al progetto sono indispensabili, ma occorre domandarsi in che misura detenere un ruolo e arrecare un valore aggiunto laddove il sapere e le sue tecnicalità intime stiano altrove, siano aliene, siano altro da. Cogliere appieno, invece, che cosa comporti la centralità del dato, nella sua presa di distanza dal documento, nel suo essere attore del processo, consente di posizionarsi implicitamente al centro della regolazione e del controllo dei nuovi processi decisionali.

È incontrovertibile che abbia poca utilità rivendicare centralità su categorie consolidate, che siano, perciò, anche rivendicazioni postume, ma è meno sterile anticipare quelle centralità futuribili che condizioneranno il mercato nei decenni a venire.

Chi scrive, tra l’altro, è coinvolto, in altro contesto nazionale, in un grande programma strategico, promosso dai grandi attori del mercato con il riconoscimento statale, sulla infrastrutturazione digitale del territorio che mira a diventare strutturale traguardando il 2050.

Lo stesso stanno facendo molte metropoli europee: questo dovrebbe essere l’orizzonte destinale del GSD.

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