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Il nuovo Codice Appalti? Rischia di essere una occasione sprecata per la riqualificazione delle strutture esistenti

Eduardo Caliano, presidente di Codis, l’associazione di categoria che rappresenta i laboratori prove per le analisi strutturali, ci rappresenta il punto di vista dei laboratori sul nuovo Codice Appalti. Le indagini di conoscenza devono essere condotte in assoluta terzietà dai laboratori. Pertanto, non devono essere sub appaltate e occorre definire preventivamente un Quadro economico.

La terzietà di un laboratorio la si ottiene spingendo verso la sua indipendenza economica

“Se il nuovo Codice Appalti deve disciplinare anche le Gare d’appalto del PNRR legate alla riqualificazione delle infrastrutture esistenti e del restauro del nostro patrimonio monumentale allora si preannuncia un clamoroso nulla di fatto”. Esordisce così il presidente dell’Associazione di categoria Codis alla nostra prima domanda dell'intervista rilasciata ad Andrea Dari, Editore e Direttore di INGENIO, su cosa ne pensi la categoria dei laboratori prova sulla riforma del Codice Appalti e Contratti.

Andrea Dari:

Presidente, come mai questo giudizio negativo sulla bozza di Codice in circolazione? Eppure, non sembrano mancare alcune riforme attese, come la riduzione dei livelli di progettazione da tre a due.

Eduardo Caliano:

“Sì, d’accordo la riduzione dei livelli di progettazione con il rafforzamento del Progetto di fattibilità tecnico-economica sembra essere un fattore premiante per incentivare i processi di conoscenza alla base della progettazione ma, occorre più coraggio da parte del legislatore”.

Andrea Dari:

Cosa intende esattamente?

Eduardo Caliano:

“Con l’eliminazione del livello intermedio di progettazione (quella definitiva ndr) il Progetto di fattibilità tecnico-economica assume contorni ancora più netti, a tutto vantaggio degli aspetti di conoscenza. Sin qui sicuramente un dato positivo. Ma, a nostro modo di pensare occorre fare di più. Il nuovo art. 41, che disciplina il Progetto di fattibilità tecnico-economica, in merito ai processi di conoscenza (controlli, rilievi, indagini strutturali, geognostiche e materiche) non dice nulla di più rispetto alla precedente definizione contenuta nel vigente dlgs 50/2016.

Eppure, in questi anni di vigenza, soprattutto dopo il 2018, abbiamo assistito ad un aumento sensibile dei bandi pubblici che avessero ad oggetto le indagini di conoscenza, assistendo, a volte, ad una serie di bandi piuttosto “creativi” da parte delle Stazioni Appaltanti. Purtroppo, nell’assenza di schemi di bando tipo, ogni stazione appaltante si regola come vuole e soprattutto, per il tema delle indagini di conoscenza, c’è grossa confusione”.

Andrea Dari:

Cosa intende per grossa confusione sul tema delle indagini?

Eduardo Caliano:

“Partiamo da un assunto. Le indagini devono essere condotte in assoluta terzietà da parte di un Laboratorio. Come ottenere l’assoluta terzietà? Spingendo nella direzione dell’indipendenza economica del Laboratorio. Meglio sarebbe dire: il laboratorio, come servizio di pubblica utilità – così come lo definisce la norma – deve lavorare a garanzia della Stazione appaltante, sotto la direzione tecnica di soggetti da quest’ultima individuati ma, deve ricevere il giusto ristoro economico direttamente dalla stazione appaltante”.

Andrea Dari:

Cosa suggerisce in merito?

Eduardo Caliano:

“Per risolvere il problema basterebbero due accorgimenti. Il primo: il divieto del sub appalto delle indagini. Lo stesso può essere risolto a sua volta in due modi. Quello più “armonico” – oserei dire – consiste nel differenziare le gare di appalto per le indagini da quelle dei servizi di ingegneria.

In altri termini la stazione appaltante nel merito di una procedura dovrebbe esperire due diverse gare. In tal modo i progettisti lavorerebbero, nell’ambito dei progetti di restauro, consolidamento, e verifica, in una preventiva definizione del piano delle indagini che poi sarebbe appaltato con procedura separata ad un laboratorio prove. Chiaramente questa soluzione, seppur la più funzionale per la corretta definizione del quadro delle attività da svolgere e dei tempi di realizzazione delle indagini, mal si coniuga con le esigenze di velocità di appalto da parte delle Pubbliche amministrazioni che, soprattutto con il PNRR, devono lavorare su tempi ristretti. Quindi, pensano le stazioni appaltanti, meglio una procedura di gara unica che piuttosto due procedure di gara separate”.

Andrea Dari:

Immagino quindi, che ora ci dirà qual è il secondo accorgimento che intendete suggerire alle Stazioni appaltanti qualora non volessero esperire due procedure di gara differenti.

Eduardo Caliano:

“Le sembrerà strano ma, la soluzione appare scontata: la definizione di un Quadro Economico delle indagini separato da tutte le altre prestazioni professionali previste in gara.
Abbiamo detto poc’anzi che la condizione necessaria per rendere i laboratori assolutamente terzi è che a pagare le indagini sia direttamente la Stazione appaltante. Invece ciò, non sempre accade. Non sono rari quei bandi in cui non vi è l’ombra di un Quadro economico per le indagini o, peggio, dove le indagini sono a carico dell’appaltatore. Il nostro osservatorio interno sui contratti pubblici ci notizia quotidianamente in merito”.

Andrea Dari:

Ma nel precedente Codice appalti all’art. 111, così come nella bozza del nuovo Codice all’art 116, c’è un riferimento al giusto prezzo delle prove.

Eduardo Caliano:

“Sì, glielo confermo ma, gli articoli che lei cita si riferiscono entrambi alla fase di collaudo. In altri termini, ad un occhio attento, sembra che il principio del giusto prezzo delle indagini, sia solo riferibile alle prove di collaudo. Assurdo! Nella Nazione che è capofila nel Restauro e nel Recupero strutturale, e dove il PNRR ha capitoli di spesa dedicati al restauro ed al recupero, non possiamo permetterci il rischio che le indagini, per la loro importanza per la sicurezza del patrimonio costruito divengano il luogo della contrattazione economica senza regole.

Andrea Dari:

Se potesse cosa suggerirebbe al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile?

Eduardo Caliano:

“Chiederei direttamente al Ministro Matteo Salvini di intervenire sull’argomento. Una eccellenza italiana che tutta l’Europa ci invidia non può essere mortificata in tal modo. Chiederei quindi al Ministro Salvini di introdurre il principio del divieto di sub appalto delle indagini diagnostiche specialistiche e l’estensione del principio del Quadro economico dedicato anche alla fase del progetto di fattibilità tecnico-economico, vera forza della progettazione”.

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