Valutazione di impatto ambientale (VIA): cos'è e come influenza le opere pubbliche

La valutazione di impatto ambientale (VIA): caratteristiche e norme

La valutazione di impatto ambientale (VIA) è una procedura che ha come scopo l’identificazione, la descrizione e la valutazione in anticipo (ossia prima della loro realizzazione) degli effetti di specifici progetti, pubblici o privati, sull'ambiente e sulla salute umana. In essa si individuano tutte le misure necessarie per prevenire, eliminare o ridurre al minimo gli impatti negativi sull'ambiente, prima che si verifichino.

La VIA è disciplinata dalle seguenti norme:

• in Europa dalla direttiva 85/337/CEE, aggiornata dalle direttive 97/11/CE e 2003/35/CE;
• in Italia è introdotta dalla legge 349/1986 e regolamentata dall’art. 19 DLGS 152/2006.

I principi fondamentali della VIA, stabiliti nella direttiva 85/337/CEE del Consiglio della Comunità europea del 27 giugno 1985, sono:

• la prevenzione, che consiste nella valutazione di tutti i potenziali impatti derivanti dalla realizzazione del progetto, con l'obiettivo non solo di tutelare, ma anche di migliorare la qualità ambientale e la vita;
• l’integrazione, che riguarda un esame delle varie componenti ambientali e delle interazioni tra i diversi effetti possibili;
• il confronto, ossia il dialogo e la collaborazione tra chi realizza il progetto e chi concede le autorizzazioni nelle fasi di raccolta, analisi e utilizzo di dati scientifici e tecnici;
• la partecipazione, che riguarda invece il processo di valutazione, il quale deve essere aperto al contributo attivo dei cittadini, promuovendo una maggiore trasparenza attraverso la pubblicazione della richiesta di autorizzazione e la possibilità di consultazione.

A ribadire l'importanza delle valutazioni ambientali nel contesto delle opere pubbliche, sottolineando l'obbligo delle autorità competenti di garantire la trasparenza e l'efficacia dei processi decisionali, è la sentenza del Consiglio di Stato n. 7565/2024.

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La necessità di VIA per varianti di opere pubbliche

Il Consiglio di Stato ha recentemente emesso una sentenza riguardante un appello presentato dal ricorrente avverso una decisione del Tar per le Marche, ribadendo l'importanza delle normative relative alla valutazione di impatto ambientale (VIA) per opere pubbliche.

L'origine del ricorso risale alla sentenza del Tar che ha accolto un'istanza presentata da alcuni proprietari di terreni, i quali richiedevano una valutazione di impatto ambientale in sanatoria per una variante della terza corsia dell'autostrada A14. Quest'opera pubblica, realizzata nel 2012, avrebbe causato danni alle proprietà degli appellanti, in particolare i ricorrenti sostenevano che la variante, inizialmente considerata non essenziale, avesse necessità di una VIA. Valutazione che di fatto non era mai stata richiesta formalmente dal ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (MASE).

Il Consiglio di Stato ha riconosciuto la violazione dell'obbligo di provvedere sull'istanza di VIA presentata dai proprietari. Sono state respinte inoltre le eccezioni sollevate dal ricorrente riguardo all'inammissibilità e alla irricevibilità del ricorso, in particolare, il consiglio ha sottolineato che non vi era stata una pronuncia chiara del MASE sull'obbligo di effettuare una VIA postuma.

Con la sentenza, il Consiglio di Stato ha ribadito la responsabilità esclusiva del MASE nello stabilire la necessità o meno di una valutazione di impatto per le varianti di opere pubbliche, nonostante il parere espresso delle regioni interessate. Alla luce di quanto esposto, il Consiglio di Stato ha di conseguenza respinto l'appello del ricorrente confermando la sentenza del Tar.

La sentenza rappresenta un importante precedente, in quanto riafferma l'importanza della VIA come strumento di protezione ambientale, definendo anche quale organo nazionale sia preposto all’identificazione della necessità di redigere uno studio di impatto ambientale.

LA SENTENZA N. 7565/2024 DEL CONSIGLIO DI STATO È SCARICABILE IN ALLEGATO.