Biennale Architettura 2025: il Padiglione Italia "Terrae Aquae. L'Italia e l'intelligenza del mare"
Il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2025, "Terræ Aquæ. L’Italia e l’Intelligenza del Mare", curato da Guendalina Salimei, affronta il rapporto tra terra e acqua, esplorando la rigenerazione delle coste, l’integrazione tra architettura e paesaggio, la sostenibilità delle infrastrutture portuali e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Il progetto propone nuove strategie per ripensare il confine tra acqua e terra come un sistema integrato, stimolando un dialogo interdisciplinare su ecologia, cultura e innovazione. L’obiettivo è attivare una nuova intelligenza collettiva per la tutela e la valorizzazione delle coste italiane, innescando una riflessione globale sul Mediterraneo e oltre.
Dal 10 maggio al 23 novembre 2025, alle Tese delle Vergini dell’Arsenale a Venezia, le riflessioni architettoniche, scientifiche e culturali sul mare saranno le protagoniste di Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del Mare, titolo del progetto espositivo del Padiglione Italia alla 19. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e curato da Guendalina Salimei.
Il Padiglione Italia indaga il confine tra terra e acqua
La partecipazione italiana è dedicata a un Mediterraneo allargato ai vicini oceani: la centralità del rapporto strutturale tra l’acqua e la terra, tra naturale e artificiale, tra infrastruttura e paesaggio, tra città e costa, incide sull’identità del Paese e sui delicati equilibri tra ambiente, uomo, cultura ed economia che devono essere sia tutelati nella loro integrità, sia ri-progettati per quell’imprescindibile adattamento a un futuro pervaso da nuove pressanti esigenze. Guardare l’Italia dal mare implica un cambiamento di prospettiva, impone la necessità di ripensare il progetto del confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio.
La mostra accoglie gli elaborati di singoli e gruppi, sia affermati sia emergenti, innescando un confronto intergenerazionale, interculturale e senza distinzioni di genere in cui passato e presente vengono accomunati, coinvolgendo progettisti, studiosi e operatori della cultura - ma anche giovani, poeti, artisti, enti di ricerca e del terzo settore - nel ripensamento del rapporto tra terra e mare. Sono presentati progetti di riqualificazione realizzati, contributi prodotti ad hoc tramite l’uso di metodi multidisciplinari e multimodali, nonché gli esiti di ricerche istituzionali e accademiche.
L’ascolto di voci differenti, accolte secondo uno spirito inclusivo di persone, idee e mezzi espressivi, mira a stimolare il risveglio di una intelligenza collettiva capace di innescare un rinnovamento che parte dalle coste italiane per espandersi a livello globale. Spesso negate, abbrutite e abusate, le nostre coste sono in realtà luogo di incontro tra ecosistemi, culture, attività e religioni diverse, in cui l’azione umana sa e deve esprimersi anche con poesia e rispetto.
Un rapporto così viscerale che proprio a Venezia aveva trovato il suo simbolismo più alto con il rito dello sposalizio del mare, celebrato ogni anno dal Doge a bordo del Bucintoro all’imboccatura del porto di San Niccolò al Lido, dove, dopo aver versato un vaso d’acqua santa, gettava tra i flutti l’anello benedetto dal Patriarca pronunciando le parole «Desponsamus te, mare nostrum, in signum veri perpetuique dominii» (Ti sposiamo, mare nostro, come segno di vero e perpetuo dominio).

Da dove nasce l'idea di Terræ Aquæ
L’interesse di Guendalina Salimei per l’acqua affonda le radici nell’infanzia. Ha vissuto per diversi anni a Venezia, ricevendo un imprinting profondo che le ha trasmesso fin da subito l’amore per il mare. Anche il suo percorso professionale l’ha portata a confrontarsi con numerose realtà portuali italiane – da Napoli a Taranto, da Bari a Cagliari – spesso segnate dall’abbandono, ma oggi al centro di nuove possibilità di riscoperta e rigenerazione.
“In linea con il tema della 19. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, condividiamo l’idea che sia possibile mettere in gioco molteplici forme di intelligenza coordinate tra loro nell’elaborazione di nuove strategie che possano salvare le coste italiane e dei paesi che si siano messi all’ascolto dei messaggi del Padiglione Italia. L’Architettura, come disciplina sistemica, è chiamata in causa per elaborare visioni del mondo e, proprio per la sua indiscutibile capacità di comprendere le relazioni tra le parti, e tra le parti e il tutto, deve scendere in prima linea per poter mettere in campo energie cariche di creatività ed empatia. Per far questo è necessario riferirsi ai deep data, ovvero a quell’insieme di conoscenze approfondite e specifiche – spesso nascoste o poco note - generate da individui diversi, che possono fornire punti di vista e soluzioni inedite capaci di aprire a un dibattito proiettato verso azioni future” ha dichiarato Guendalina Salimei.

I territori costieri non sono semplici margini, ma spazi di transizione, veri e propri laboratori di cambiamento ambientale, sociale ed economico. Qual è l’idea fondante del progetto? Guardare l’Italia dal mare significa adottare una prospettiva inedita, capace di ripensare il confine tra terra e acqua come un sistema integrato. Al centro, il tema dell’integrazione tra architettura, infrastrutture e paesaggio.
“Ribaltare la prospettiva, guardando l’Italia dall’acqua, e non l’acqua dall’Italia, è un esercizio che Guendalina Salimei ci invita a fare, immersi in onde virtuali a osservare le proposte che vengono dal mare, per il mare. Un luogo, Il Mediterraneo. Una Soluzione, Il Mediterraneo” così il Presidente della Fondazione La Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco.
Le tematiche affrontate dal Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2025
Il Padiglione Italia si presenta come un viaggio ideale lungo 8.300 chilometri di coste italiane: un tour contemporaneo in cui il concetto di confine si trasforma in spazio privilegiato di sperimentazione. Qui si ridefiniscono usi, si esplorano nuove traiettorie progettuali e si affrontano tematiche strategiche che costituiscono l’ossatura dell’esposizione.
Il percorso espositivo è articolato in sezioni tematiche, con l’obiettivo di promuovere una gestione sostenibile e una valorizzazione ambientale e culturale dei territori costieri, portuali e urbani coinvolti.
Tra le tematiche affrontate, alcune emergenze richiedono una particolare urgenza: è necessario ripensare le cesure imposte da infrastrutture come aree portuali, strade litoranee e insediamenti turistici — elementi che interrompono la continuità tra città, mare ed ecosistemi naturali. Centrale il tema dei “dispositivi di soglia”, elementi di transizione che offrono agli architetti interessanti opportunità progettuali. Il Padiglione esplora i sistemi costieri esistenti — dighe, moli, frangiflutti, barriere, fari e piattaforme artificiali — proponendone una rilettura in chiave contemporanea, come strumenti di rigenerazione e trasformazione del paesaggio.
Tra i temi centrali affrontati, la riscrittura dei waterfront, intesa come un’opportunità di rigenerazione urbana in grado di trasformare intere città in ambienti più vivibili, accessibili e ricchi di spazi pubblici. Un altro focus importante è l’adattamento delle infrastrutture portuali e ricettive ai cambiamenti climatici, con particolare attenzione al concetto di reinvenzione: una risposta progettuale alla crescente frequenza di dissesti idrogeologici e alla necessità di ridurre l’impatto sugli ecosistemi naturali. In questa prospettiva, assume rilevanza anche la riconversione dell’archeologia industriale, portuale e produttiva — un patrimonio spesso abbandonato ma carico di potenziale per nuove funzioni sostenibili, capaci di integrarsi con i territori che le ospitano. Attenzione è dedicata anche agli ecosistemi naturali che fungono da barriere contro le inondazioni, come dune, saline, lagune e zone umide: elementi dinamici che offrono sia protezione sia ispirazione per nuovi approcci progettuali. Infine, lo sguardo si sposta anche sotto la superficie del mare, esplorando realtà sommerse come città dimenticate e grandi infrastrutture subacquee. In particolare, il Mediterraneo si rivela oggi come una fitta rete di connessioni sottomarine: un’infrastruttura invisibile ma sempre più strategica per comprendere le dinamiche contemporanee.
Gli esiti della call e come è articolato il percorso espositivo
Gli esiti della call sono stati organizzati in tre sezioni.
- La prima è il Censimento sul Presente, che espone progetti realizzati o in via di realizzazione in Italia, riguardanti le riconversioni di aree dismesse, le sistemazioni portuali, le riqualificazioni di waterfront, la rinaturalizzazione delle aree costiere e molto altro.
- Segue la Quadreria, che rappresenta il corpus più voluminoso e denso dei contributi, un insieme di deep data frutto di pratiche consolidate in differenti contesti territoriali della Penisola, progetti, visioni, riflessioni che suggeriscono come affrontare con maggiore consapevolezza la crescente complessità delle aree costiere, sottoposte a pressioni ambientali, sociali ed economiche sempre più intense.
L’allestimento, come già anticipato, è articolato in diverse sezioni, in spazi distinti, che interpretano il concetto di “soglia” e obbligando i visitatori al suo “attraversamento”.
Entrando nella prima Tesa, il visitatore si trova davanti a un muro, un segno orizzontale che fende lo spazio e allude a grandi infrastrutture e, al contempo, ad alte scogliere, con i “piedi” immersi in un’acqua virtuale ottenuta tramite proiezioni digitali. Si tratta di un Muro Bicefalo, per accogliere due diverse intelligenze: costruito con tubolari e tele, una “testa” racconta la storia e il presente dell’Italia vista dal mare, nelle sue bellezze e nelle sue fragilità grazie a una videoproiezione, l’altra “testa” invece, allestita come una quadreria ottocentesca, accoglie l’Italia del futuro producendo idee e proponendo visioni attraverso una rosa di progetti, mappe e disegni dal grande potere immaginifico. Tutti i contributi progettuali selezionati, tra quelli pervenuti tramite la call, sono riprodotti su monitor e sulla quadreria.



Sul fianco corto della Tesa, sulla sinistra, si incontra un grande ledwall dedicato ai progetti realizzati e in fieri, portavoce di quel cambiamento che si auspica diventi pratica costante. Sul lato opposto, invece, trova spazio l’opera filmica Via Maris, un affresco digitale sulla civiltà marinara italiana, dell’antropologo visivo Francesco de Melis, realizzato grazie all’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura.
Al centro, e per tutta la lunghezza della seconda Tesa, si trova il Pontile della Ricerca: realizzato per terrazzamenti accessibili grazie a una lunga rampa. Il Pontile della Ricerca ospita tavoli dotati di monitor interattivi su cui guardare i video che raccolgono gli esiti delle ricerche di università, enti, fondazioni e di numerosi altri attori della cultura. Inoltre, un teatro dotato di uno schermo su cui saranno proiettati filmati selezionati dall’Istituto Luce Cinecittà che diventa, all'occorrenza, uno spazi per talk all'interno del Padiglione.

Sulle pareti della seconda Tesa, la narrazione fotografica di Luigi Filetici Mare Mosso. Mediterraneo Report e le mappe geopolitiche della cartografa Laura Canali usano due linguaggi diversi per raccontare il presente inquieto del mare nostrum, offrendo una lettura insieme analitica e interpretativa di strategie, conflitti ed equilibri in continuo mutamento.


Anche l'arte trova spazio all'interno del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2025
Gli spazi del Padiglione Italia sono percorsi da opere di artisti contemporanei che interpretano il tema della mostra secondo uno sguardo trasversale e inatteso.
Thomas De Falco esprime la sua ricerca attraverso opere e performance che utilizzano materiale tessile; l’artista realizza per l’occasione un’opera che riproduce una colomba, allestita all’interno del Padiglione stesso, e una performance dal titolo The Earth still Sings, con il soprano d’arti Silvia Colombini, per l’apertura del Programma Pubblico presso il Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg.
Agnes Questionmark, artista la cui pratica si divide tra performance, scultura, video e installazione, realizza invece l’opera Draco Piscis, sempre per il Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg: un’imponente installazione che rappresenta una creatura mitologica ibrida, che sembra emergere dal mare, visibile negli spazi del Padiglione Italia attraverso una proiezione video. Le opere dei due artisti sono realizzate grazie allo sponsor Banca Ifis.
Marya Kazoun, artista nata a Beirut e attiva tra New York e Venezia, che si esprime con installazioni e performance, porta all’interno del Padiglione Italia l’opera Long Winter, che propone una riflessione sulla fragilità dell’esistenza umana attraverso un’installazione di pezzi di ghiaccio e vetro ridotti in frammenti di varie dimensioni e incollati per ricostruire un cityscape “congelato”: un’opera che ricorda come sia precaria la nostra permanenza sul pianeta.

Alfredo Pirri opera ponendo in dialogo pittura, scultura e installazione con lo spazio, inteso sia come spazio espositivo, sia come spazio pubblico o religioso. Per il Padiglione Italia, l’artista realizza un’installazione appartenente alla nota serie intitolata PASSI, consistente in un pavimento di specchi infranti che, in questo caso, prende il nome di Paradisi. I lavori di Marya Kazoun e Alfredo Pirri sono presenti grazie allo sponsor Fondazione Berengo.

Anna Muskardin è un’artista visiva italiana, il cui lavoro, che spazia tra scultura, video, installazioni site-specific e fotografia, riconosce centralità al corpo, proprio e altrui, come strumento indagativo di multiformi realtà culturali e spirituali, negli aspetti più reconditi e nelle diverse implicazioni esistenziali. Per il Padiglione Italia, l’artista presenta la scultura iconica Ritratto con l’imperatore che dialoga silenziosamente con l’essenza primaria e simbolica del tema in mostra.
Gli spazi del Padiglione Italia sono pervasi dal progetto sonoro “MOTI” dalla terra al mare del compositore e artista interdisciplinare David Monacchi: un’installazione eco-acustica multicanale sui suoni dell’acqua registrati nelle terre che l’uomo ha modellato per millenni.
L'Arca di Ulisse nel giardino del Padiglione Italia: tracce, memorie e dati dalle coste italiane
A chiudere il percorso, nel Giardino delle Vergini, è l’Arca di Ulisse: un’arca - intesa come dispositivo di raccolta, conservazione e divulgazione di materiali e dati - “naufragata”. Come l’eroe omerico torna sempre dai suoi viaggi, così tutto ciò che accade in mare lascia tracce lungo la costa: il trasporto delle merci diventa, nel contesto del Padiglione Italia, metafora dell’accumulo sistematico di dati e reperti attraverso una serie di categorie trasversali, individuate intorno a otto “tappe” ispirate ai viaggi di Ulisse, che organizzano il contenuto delle casse come tracce materiali e immateriali di avvenimenti, anche remoti nello spazio e nel tempo, raccolti sulle coste italiane.

Nel caso specifico dell’allestimento nel Giardino delle Vergini, le casse provengono direttamente dal riuso di imballi speciali a perdere e sono state recuperate presso una serie di aziende di logistica, con il supporto dell’Associazione no-profit Linaria Rete. In questa visione diventa importante prevedere anche la vita delle strutture allestitive oltre la durata della Biennale Architettura 2025.
Una macchina dell'esporre: visioni e progetti per il futuro raccolti dal Padiglione Italia
Per affrontare la sfida di innovazione e di previsione la mostra si avvalsa di una Call for vision and projects per raccogliere visioni differenti. L'iniziativa del progetto voleva dare spazio a tante voci, ma anche a linguaggi espressivi diversi.
Oltre 600 i contributi raccolti dal Padiglione Italia, a dimostrazione di come il tema sia percepito come quanto mai urgente.
Questa ricchezza di idee, di espressioni, è stata pensata con un allestimento che si configura come una macchina dell'esporre. Una sorta di wunderkammer capace di stimolare la curiosità e l'immaginazione, attraverso sia il sistema digitale ma anche il disegno.
Il Catalogo del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2025
Il progetto Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del Mare è illustrato da un catalogo edito da Electa che contiene le riflessioni di cultori della materia, i contributi selezionati a seguito della Call for visions and projects, i saggi fotografici, le incursioni artistiche, gli esiti della ricerca e altre suggestioni culturali e progettuali.
Diviso in tre volumi e corredato da inserti speciali, il catalogo è concepito come un portolano di navigazione capace di orientare il lettore nella scoperta delle esperienze progettuali collettive, delle tematiche e degli esiti di confronti e dibattiti.
PER MAGGIORI INFO SULL'ACQUISTO
Programma Pubblico del Padiglione Italia
Il Padiglione Italia, per tutta la durata della mostra, sarà accompagnato da un Programma Pubblico intitolato Il mare dell’intelligenza. Dialoghi, articolato in numerosi appuntamenti – seminari, conferenze, laboratori, workshop – organizzati in luoghi cari alla cultura veneziana e internazionale, che saranno comunicati nel dettaglio prossimamente.
Il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2025 è realizzato grazie al sostegno degli sponsor Banca Ifis, OICE - Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica, Fondazione Berengo, e degli sponsor tecnici Layher e VIBIA. Uno speciale ringraziamento ai fornitori Arctic Paper Italia e Tenute Navarra.
#MiC #DGCC #BiennaleArchitettura2025 #PadiglioneItalia2025 #ItalianPavilion2025
Fonte: Direzione Generale Creatività Contemporanea - Ministero della Cultura

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