"Internalities": come l’architettura può riequilibrare i territori. Il Padiglione Spagna presenta strategie per la decarbonizzazione
Il Padiglione Spagnolo alla 19ª Biennale di Architettura di Venezia si costruisce attorno a una parola che non esiste: "Internalità". La Spagna presenta un progetto che riflette su come l’architettura possa diventare strumento di equilibrio ecologico e territoriale. Un’iniziativa che dimostra come costruire in modo sostenibile significhi anche valorizzare materiali locali, tecniche tradizionali e specificità ambientali.
Materiali locali e tecniche tradizionali: la risposta spagnola alla crisi climatica in mostra alla Biennale di Venezia
Intelligens. Natural. Artificial. Collective è il tema proposto per la 19ª Mostra Internazionale di Architettura di Venezia dal suo curatore, Carlo Ratti, riconosciuto per il suo approccio innovativo e per la promozione di un’architettura che integri intelligenza naturale, artificiale e collettiva.
In questa edizione, Ratti lancia una sfida cruciale: ripensare il futuro dell’architettura in un contesto di trasformazioni globali, con particolare attenzione alla sostenibilità e alla lotta contro il cambiamento climatico.
A partire da questo presupposto, l’edizione 2025 della Biennale invita i padiglioni nazionali a formulare «una risposta per un luogo» di fronte all’emergenza climatica, esplorando soluzioni architettoniche che non solo riducano l’impatto ambientale, ma favoriscano anche una relazione più armoniosa tra l’ambiente costruito e il contesto naturale.
Come orientarsi tra le sedi della 19. Mostra Internazionale di Venezia
PADIGLIONE DELLA SPAGNA
Internalities
Architectures for Territorial
Equilibrium
COMMISSARI: MIVAU (Ministero della Casa e delle Politiche Abitative), AECID (Agencia Española de Cooperación Internacional para el Desarrollo) +AC/E (Acción Cultural, Española)
CURATORI Roi Salgueiro Barrio, Manuel Bouzas Barcala, ESPOSITORI - Alejandro Muiño,Ana Amado, Ane Arce Urtiaga, Anna Bach, Aurora Armental Ruiz, Carla Ferrer, Carles Gabriel Oliver Barceló, Caterina Barjau, Daniel Ibáñez, David Inromen, Elisabet Capdeferro Pla, Elizabeth Abalo Díaz, Eugeni Bach, Inigo Berasategui Orrantia, Irene Pérez Piferrer, Gonzalo Alonso Núñez, Jaume Mayol Amengual, João Branco, José Fernando Gómez, José Toral, Josep Camps Povill, Josep Ferrando, Josep Ricart Ulldemolins, Juan Palencia de Sarriá, Juan Antonio Sánchez Muñoz, Juan Carlos Bamba, Lucas Muñoz Muñoz, Luis Diaz Díaz, Mar Puig de la Bellacasa, Manel Casellas Oteo, Marc Peiro Sempere, María Azkarate, Marta Colán de Carvajal Salís, Marta Perís, Milena Villalba, Mireia Luzárraga, Mónica Rivera Martínez, Paula del Río, Olga Felip Ordis, Pau Munar Comas, Pedro García Hernández, Ramon Bosch Pagès, Roger Tudó Gali, Sergio Sebastián Franco, Stefano Ciurlo, Vincent Morales Garoffolo, Xavier Ros Majó

La natura non produce rifiuti.
E non genera esternalità.
Tutti i flussi materiali sono internalizzati all'interno di un ciclo continuo.
Ma cosa accade quando l’architettura segue la stessa logica?
Cosa significa internalizzare le nostre esternalità ambientali?
Tra le presenze nazionali nei Giardini c'è la Spagna che propone un modello architettonico innovativo che affronta con visione sistemica cinque assi fondamentali per la decarbonizzazione: materiali, energia, mestieri, rifiuti ed emissioni. Superando la logica delle esternalità ambientali, il Paese suggerisce un approccio rigenerativo capace di trasformare radicalmente l’intero ciclo di vita edilizio, dal progetto alla dismissione.
L’esplorazione si sviluppa attraverso un’analisi approfondita di filiere virtuose e processi sostenibili: dalle catene produttive del legno a gestione circolare, alla transizione energetica basata su fonti rinnovabili; dal recupero delle competenze locali e artigianali, al riuso creativo dei materiali di scarto; fino al monitoraggio e alla riduzione delle emissioni in ogni fase della costruzione.
L’esposizione si articola in una sala principale e cinque spazi tematici, ognuno dedicato a uno degli assi trattati.
Installazioni fisiche, fotografie in grande formato e modelli architettonici costruiscono un racconto immersivo, capace di mettere in dialogo i luoghi di estrazione delle risorse con quelli della loro trasformazione.
Ne emerge una visione dell’architettura come strumento di rigenerazione ecologica e sociale, in cui tecnica, cultura e ambiente si intrecciano per generare nuove possibilità abitative nel rispetto del pianeta. Ogni asse, sviluppato da un team di architetti-ricercatori in collaborazione con un fotografo, si concentra su una specifica area della Spagna.
La mostra si sposta così dal nord della Spagna alla Galizia, da Madrid alla Catalogna e alle Isole Baleari, esplorando la relazione tra risorse territoriali e edilizia in ciascuna di queste regioni.

Internalities. Architectures for Territorial Equilibrium
Il Padiglione Spagnolo si costruisce attorno a una parola che non esiste: Internalità. Attraverso questo concetto, la mostra esplora come gli architetti possano – e debbano – ridurre al minimo le esternalità ambientali legate ai processi produttivi, per contribuire alla decarbonizzazione del settore edilizio.
Internalities mostra proposte convincenti di una nuova generazione di architetti spagnoli radicate in processi di produzione basati su ecosistemi locali, che mirano a ridurre la dipendenza dal trasporto intercontinentale delle risorse e dalle energie fossili, favorendo un equilibrio interno tra ecologie e economie. Il progetto espositivo s'interroga su come, in che misura, a quale costo e attraverso quali edifici, città e territori l'architettura spagnola si stia allontanando dalle economie dell'esternalizzazione.
In questo contesto si inserisce il Padiglione della Spagna con la proposta Internalities: Architectures for Territorial Equilibrium, vincitrice del concorso di curatela promosso dal Ministero della Casa e dell’Agenda Urbana. Questa iniziativa risponde alla sfida lanciata da Ratti con una visione centrata sulla capacità dell’architettura di generare equilibri territoriali attraverso l’impiego di risorse ecologiche e locali come base per la progettazione e la costruzione.
L’obiettivo è quello di esplorare come l’architettura possa ridurre le esternalità ambientali associate ai processi produttivi e contribuire alla decarbonizzazione del settore in Spagna.
Questo brillante progetto, curato dagli architetti Roi e Manuel Bouzas, mette in luce come l’architettura possa non solo contribuire alla decarbonizzazione, ma anche agire come motore di sviluppo economico, stimolando la riattivazione delle economie locali attraverso la valorizzazione di materiali, tecniche e saperi autoctoni.
Tale approccio mira a consolidare un modello di costruzione sostenibile, radicato nell’identità di ciascun territorio e allineato alle sfide contemporanee che la società si trova ad affrontare.
Con questo obiettivo, Internalities: Architectures for Territorial Equilibrium propone ai visitatori del Padiglione della Spagna una selezione di opere realizzate in tutto il territorio nazionale, che testimoniano la diversità di strategie impiegate per realizzare un’architettura in equilibrio con l’ambiente.

La mostra raccoglie un’ampia varietà tipologica: dalle abitazioni unifamiliari e collettive agli edifici pubblici, dalle nuove costruzioni ai progetti di riqualificazione, fino agli interventi di urbanizzazione e paesaggio. Attraverso questa selezione, il padiglione illustra l’evoluzione recente dell’architettura spagnola e il suo impegno concreto nella riduzione dell’impatto ambientale.
L’esposizione è articolata attorno a una sala centrale introduttiva, in cui vengono presentati 16 progetti di architettura e paesaggio realizzati da diversi studi in Spagna, accompagnati da 32 maquette che dimostrano la varietà di approcci adottati in tutto il Paese per bilanciare ecologie ed economie attraverso l’architettura.
Inoltre, il padiglione è arricchito da cinque sale, ognuna delle quali dedicata a una specifica area geografica: la cornice cantabrica, la regione metropolitana centrale, l’arco mediterraneo, le isole Baleari e la costa atlantica. In ciascuna di esse, attraverso il lavoro di cinque gruppi composti da architetti, ricercatori e fotografi, si offre un’analisi dettagliata su come l’architettura possa adattarsi alle peculiarità di ogni contesto territoriale, proponendo soluzioni concrete e replicabili per il futuro.
Internalities non è soltanto una testimonianza dei progressi compiuti nella decarbonizzazione del settore edilizio in Spagna, ma rappresenta anche una vera e propria roadmap verso il futuro. La proposta del Padiglione della Spagna alla 19ª Biennale di Architettura di Venezia riafferma il ruolo dell’architettura come agente di cambiamento, capace di ridefinire il proprio rapporto con l’ambiente e di contribuire a un orizzonte più sostenibile e resiliente per le generazioni a venire.

Biennale Architettura 2025: la Spagna presenta strategie per la decarbonizzazione edilizia
Dall’Esternalità all’Internalità
Il modo più diretto per comprendere l’idea di internalità è metterla a confronto con quella di esternalità. Il termine esternalità fu coniato nel 1920 dall’economista britannico Arthur Pigou per descrivere i costi indiretti che colpiscono persone e territori non coinvolti direttamente nella produzione di un determinato bene.
Secondo questa definizione, le esternalità includono impatti non contabilizzati, sottoprodotti, rifiuti ed emissioni che accompagnano i processi produttivi convenzionali. L’edilizia è uno di questi. Le sue esternalità sono così estese che il settore è responsabile del 37% delle emissioni globali di CO₂.
L’architettura genera esternalità quando estrae materiali, consuma energia, marginalizza le competenze locali, produce rifiuti e rilascia emissioni. Tutti questi aspetti contribuiscono a un profondo squilibrio tra gli edifici che costruiamo e i territori che impattiamo. Presi nel loro insieme, rappresentano una delle principali cause della crisi ambientale che Carlo Ratti intende affrontare in questa Biennale.
Struttura della mostra nello specifico: Sala dell’Equilibrio
La mostra si articola attorno a uno spazio centrale introduttivo e a cinque sale periferiche, ognuna dedicata a una linea di ricerca specifica.

La sala centrale, intitolata Equilibrio, presenta 16 progetti recenti di architettura e paesaggio realizzati da studi provenienti da tutta la Penisola Iberica. Queste opere riflettono il percorso intrapreso in Spagna verso la decarbonizzazione del settore edilizio e il raggiungimento di un equilibrio territoriale.
Ogni team espone due modelli che instaurano un dialogo tra due scale materiali: un modello territoriale che illustra i luoghi di estrazione, e un modello di dettaglio che si concentra sui sistemi costruttivi. Entrambi sono collocati sui bracci opposti di una grande bilancia, a simboleggiare i temi centrali della mostra: scambio materiale, equilibrio e giustizia territoriale.

Cinque Assi dell’Internalità
Le sale periferiche esplorano cinque assi dell’internalità che sostengono il processo di decarbonizzazione in Spagna: Materiali, Energia, Lavoro, Rifiuti ed Emissioni.
Ciascun asse è stato sviluppato da un team di architetti e fotografi locali che hanno studiato una specifica risorsa e territorio del paesaggio spagnolo. I loro lavori sono presentati attraverso installazioni a terra e stampe fotografiche di grande formato alle pareti.
- Materiali: indaga le filiere dei materiali naturali e rigenerativi lungo la costa cantabrica, dalla gestione forestale all’industria del legno.
- Energia: esamina la transizione energetica e il suo impatto sul paesaggio, concentrandosi sulla produzione eolica e idroelettrica lungo la costa atlantica nel nord-ovest della penisola.
- Lavoro: si focalizza sull’arco mediterraneo, esplorando come recuperare il sapere costruttivo e l’artigianato locale legato all’uso della terra cruda.
- Rifiuti: esplora strategie di recupero, ricircolo e riutilizzo dei materiali da costruzione scartati, con uno studio di caso nella zona centrale – l’area metropolitana di Madrid.
- Emissioni: affronta l’intero ciclo del carbonio di un edificio lungo il suo ciclo di vita – dall’estrazione delle risorse alla decostruzione – con esempi di riduzione delle emissioni nelle Isole Baleari.
Queste indagini pongono la domanda su come possiamo ridurre le emissioni legate all’estrazione, alla produzione, alla distribuzione, all’installazione e alla dismissione delle architetture che abitiamo.
Se la Sala dell’Equilibrio celebra il cammino già compiuto, le Sale Periferiche anticipano quello che ci aspetta.
Scopri come vivere al meglio la Biennale Architettura 2025!
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