Facciate e involucri ad alta efficienza energetica: materiali sostenibili, scenari climatici e responsabilità progettuale

Riqualificazione energetica "bio" in relazione ai cambiamenti climatici

La tematica dell’efficientamento energetico degli edifici, oggi, ci pone di fronte a scelte progettuali che devono necessariamente tenere in considerazione gli eventi attuali e le proiezioni di possibili, o meglio probabili, scenari futuri.

La necessità sempre più crescente di utilizzare soluzioni ecologiche e sostenibili si sposa perfettamente con le esigenze climatiche e geografiche del nostro territorio, analizzando la piena compatibilità fra prodotti ecologici e la composizione muraria dei nostri edifici.

Questo testo è tratto dall'intervento presentato nell'ambito del seminario 'Ecosoluzioni per l'efficientamento energetico sostenibile in facciata', tenutosi lunedì 5 maggio 2025 e promosso dall'Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia. 

Il mercato dell’isolamento termico: i primi 20 anni

Il mercato dell’isolamento termico in Italia si appresta a spegnere le prime 20 candeline; nel 2005, e più esattamente nel mese di Agosto, veniva pubblicato in G.U. il DL 192, Decreto che sanciva in modo inequivocabile l’esigenza di riqualificare l’intero patrimonio immobiliare (con alcune eccezioni) al fine di regolamentare per la prima volta le emissioni di gas serra di cui gli edifici erano responsabili;

Il problema era chiaro; continuare ad emettere gas inquinanti nell’atmosfera con quella intensità avrebbe accelerato in modo significativo (e per certi versi irreversibile) il clima mondiale, minando equilibri che avrebbero portato a veri e propri sconvolgimenti climatici.

Il concetto di “Case Green” identifica edifici ad alte prestazioni energetiche e basso impatto ambientale, progettati o riqualificati secondo criteri di efficienza, sostenibilità e salubrità. Alla base di questo modello abitativo c’è la Direttiva europea EPBD IV (Energy Performance of Buildings Directive), che impone obiettivi ambiziosi per l’intero patrimonio edilizio: edifici nuovi a emissioni zero entro il 2030 e completa decarbonizzazione entro il 2050.

E oggi?

Nel corso di questi venti anni, il mercato edilizio si è adeguato nel cercare soluzioni performanti per creare o restaurare edifici in ottica di efficienza energetica, e molto è stato fatto; tuttavia, nonostante aver maturato cultura, tecnicità, esperienza, c’è un aspetto molto importante che rimane ancora preso in bassa considerazione: l’analisi dei materiali da utilizzare.

Si, perché quando parliamo di rivestimento esterno alle nostre pareti di casa, di fatto stiamo valutando un vero e proprio vestito che scegliamo di far indossare ai muri perimetrali; e non per un paio di giorni, ma per i prossimi 40-50 anni;

Per poter fare una scelta corretta quindi, è necessario procedere ad alcune analisi territoriali, climatiche e di performance, fra le quali:

• Analisi dei supporti
  
• Contesto geografico
  
• Proiezioni climatiche

LEGGI ANCHE: Progettare l'involucro, cioè mettere il materiale giusto al posto giusto 
Al centro del progetto dell’involucro edilizio c’è la scelta dei materiali. Perché il progetto assuma la qualità costruttiva, funzionale e abitativa richiesta sia in termini prescrittivi che prestazionali è necessario “mettere il materiale giusto al posto giusto”. Può sembrare quasi banale, ma non lo è.

Analisi dei supporti

E’ un dato di fatto che la maggior parte delle nostre pareti sia composto da blocchi di argilla (mattoni pieni, forati, blocchi porizzati); per molti edifici la composizione muraria è costituita da materie prime che erano facilmente reperibili in loco; pietre locali, in alcune zone tufi, in altre con muratura di sassi e pietre allettate con malte. Tutte queste tipologie hanno un comune denominatore; in presenza di acqua/umidità, tendono a trattenerne una discreta quantità all’interno.

Un'analisi preliminare, attingendo all'ultimo censimento ISTAT, evidenzia che in Italia più di 10 milioni di edifici sono edificati con pareti portanti in muratura/pietra o tamponature prevalentemente in laterizio/tufo.

Contesto geografico

Dicevamo dell’acqua; possiamo dire che il nostro bellissimo paese “convive” con l’acqua: con oltre 7.500 km. Di coste bagnate da 3 mari, con 1.200 corsi d’acqua e un clima mediterraneo che presenta percentuali di umidità mediamente alte da nord a sud, le pareti perimetrali sono calate in un contesto di vera e propria convivenza con l’acqua. Un ulteriore dato da tenere in considerazione è quello della cementificazione delle aree verdi, alla luce del fatto che, solo nell’ultimo anno, abbiamo ricoperto circa 77 kmq di terreni per nuovi insediamenti residenziali/commerciali.

Quest’ultimo, abbinato ad un surriscaldamento generalizzato del clima, sta rapidamente aggravando in alcune aree urbane, il fenomeno delle isole di calore.

Proiezioni climatiche

Un sistema di isolamento termico perimetrale ha una aspettativa media di vita di almeno 40-50 anni, per cui è bene considerare le esigenze climatiche in proiezione nei prossimi anni; tutte le analisi circa l’andamento del clima sono concordi; le proiezioni del nostro clima, già maggiormente interessato a problematiche estive rispetto a quelle invernali, prevedono temperature sempre più calde, con uno scenario ulteriormente peggiorativo nel caso in cui non vengano adottate nell'immediato futuro strategie concrete per il contenimento delle emissioni.

Il rapido susseguirsi di eventi climatici estremi ne è una prima triste testimonianza.

Il colore rosso è associato allo scenario senza politiche climatiche, il colore blu allo scenario con politiche climatiche. La linea spessa indica l’ensemble mean (la media dei risultati prodotti da diversi modelli) a parità di scenario considerato.

L’area colorata rappresenta la deviazione standard, ovvero la dispersione dei modelli che costituiscono l’insieme dei modelli EURO-CORDEX, attorno al valore medio, a parità di scenario. (Riferimento Milano)

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